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L'opera

Internet rappresenta un modo nuovo di costruire relazioni sociali, di organizzare il lavoro, di produrre e consumare, di strutturare le istituzioni politiche. La Rete, dunque, apre nuovi spazi d´azione, differenti da quelli del passato, le cui implicazioni sul piano logico-razionale sono senza precedenti.
Ma Internet rappresenta davvero la chiave di svolta per ridurre il divario interno alle nazioni lungo il quale si annidano le disuguaglianze sociali? La Rete rafforza o indebolisce la frattura tra i paesi del primo e quelli del terzo o quarto mondo?
La diffusione di Internet prosegue a ritmi elevati e le stime per il futuro confermano un trend ascendente. Eppure il suo andamento appare sempre più selettivo e la sua diffusione - non solo tra le diverse nazioni ma anche fra la popolazione al loro interno - non è uniforme. Sembra quindi emergere, all´interno dei paesi ricchi e con maggiori percentuali di accesso a Internet, una nuova "outclass", rappresentata da coloro che non hanno le competenze necessarie a utilizzare un computer e a connettersi in Rete.
L´outclass è esclusa dall´accesso alle relazioni offerte dalla Rete, dalle opportunità di allacciare nuovi legami sociali, dall´usufruire dei nuovi servizi offerti dalla pubblica amministrazione, dalla crescita economica offerta dal mercato dei servizi in Rete.

Con un approccio squisitamente descrittivo, l´autore presenta all´attenzione della riflessione sociologica la questione del divario digitale, nella sua dimensione globale e nazionale, ponendo l´accento sui uno dei rischi più critici dell´era del digitale: l´accentuazione delle disuguaglianze sociali, culturali ed economiche tra i paesi e i gruppi sociali.