Fino ad ora la critica non si è mai soffermata sul rapporto tra Lucio Fontana e l´architettura, che viene qui per la prima volta compiutamente esplorato in merito all´attività in campo di scultura architettonica fra gli anni 1929 e 1935.
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Lingua di pubblicazione |
Italiano |
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Maggiori informazioni
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L'opera
La produzione artistica di Lucio Fontana – annoverato fra i maggiori artisti del Novecento – rivela uno spiccato interesse per l´architettura, riscontrabile sia nelle sculture degli anni Trenta, sia nei buchi e tagli delle famose tele dei concetti spaziali, elaborate dal dopoguerra. I suoi interventi si qualificano sotto il duplice profilo della collaborazione vera e propria con architetti del calibro di Piacentini e Terragni, come pure della collocazione di opere scultoree nel contesto di organismi architettonici. Fino ad ora la critica non si è mai soffermata sul rapporto tra Fontana e l´architettura, che viene qui per la prima volta compiutamente esplorato in merito all´attività in campo di scultura architettonica fra gli anni 1929 e 1935. Si tratta di sculture realizzate per l´arredo urbano, per allestimenti temporanei di mostre nazionali e internazionali, per interni di edifici pubblici e privati, perlopiù su scala monumentale. Dall´insieme della documentazione si evidenzia il carattere sperimentale della produzione scultorea di Fontana nei contesti architettonici, dai quali l´artista sa svincolarsi per elaborare proprie cifre stilistiche (uso dell´oro su marmo, predilezione per materiali riflettenti) e guadagnare così una propria autonomia sia rispetto al gusto della committenza, sia rispetto ai condizionamenti dell´inquadramento spaziale, con risultati d´avanguardia che anticipano lo spazialismo del dopoguerra.
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