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Annalena Bilsini



Annalena Bilsini - Grazia Deledda, La Riflessione Davide Zedda Editore (2010)

Autore/es Grazia Deledda
Editore La Riflessione Davide Zedda Editore
Editzione Cagliari, Cabudanni 2010
Pàginas 136 (pintadu)
Genia Narrativa
Suportu Pabìru 
Prèsu € 6,00
Prefatzione Sine nomine
Limba de publicatzione Italianu

  Àteros piessignos

S'òpera

"Era una famiglia numerosa: cinque figli maschi, la madre vedova, e uno zio di lei, che, sebbene mezzo paralitico e senza un soldo di suo, poteva dirsene il capo.
Appunto per i consigli dello zio Dionisio, i Bilsini avevano venduto la loro piccola proprietà per prendere in affitto un vasto fondo, già antico feudo gentilizio che, di decadenza in decadenza, acquistato in ultimo a vile prezzo da un fabbricante di scope, veniva da questi concesso a modestissime condizioni annuali: cento dieci lire la biolca, due capponi, quaranta uova d´inverno e un cestino d´uva da tavola per l´estate.
Da anni questa terra giaceva in abbandono, eppure i Bilsini vi andavano come verso la Terra Promessa, o meglio come verso una miniera da sfruttare; poiché sapevano che solo laggiù la loro attività e la forza prorompente dalla loro giovinezza potevano esplicarsi e convertirsi in oro."

Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 - Roma, 15 agosto 1936) nasce in una famiglia benestante del capoluogo barbaricino, penultima di sei figli. Dopo aver approfondito, da autodidatta, gli studi letterari, esordisce come scrittrice pubblicando alcuni racconti per la rivista femminile "L´ultima moda", ma la sua opera d´esordio è considerata Nell´azzurro, pubblicato nel 1890. Trasferitasi a Roma, la Deledda sposa nel 1900 Palmiro Madesani, funzionario del Ministero delle Finanze. Nel 1903 pubblica Elias Portolu, romanzo che la conferma scrittrice emergente del panorama letterario italiano ed anticipa una serie fortunata di romanzi e opere teatrali, tra i quali il più conosciuto è certamente Canne al vento (1913). Nel 1926 riceve il Nobel per la letteratura, seconda donna, fino ad allora, insignita di tale onorificenza. Grazia Deledda si spegne a Roma nell´estate del 1936, ed un anno dopo esce il suo romanzo autobiografico Cosima.

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