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L´ultimo inverno del mondo

Rassegna stampa | La Nuova Sardegna | Sab, 26 Maggio 2007
Due romanzi in un anno: pochi mesi fa «Ritorno a Baraule» per Adelphi e ora, a partire da mercoledì prossimo, «L´ultimo inverno» per Il Maestrale. A dir la verità, quest´ultimo titolo risale a prima del 2005, l´anno in cui Salvatore Niffoi ha lasciato la casa editrice nuorese per entrare a far parte della selezionatissima squadra di Roberto Calasso. Un vecchio contratto che, ancora per un libro, lega Niffoi, editorialmente, alla sua Barbagia. Con l´accordo e la soddisfazione di tutti: dell´autore, del team di Peppe Podda e di Giancarlo Porcu, di Adelphi, che su Niffoi conserva comunque l´esclusiva (è in preparazione un altro romanzo, il quarto dopo «La leggenda di Redenta Tiria», «La vedova scalza» e «Ritorno a Baraule»).
Niffoi è uno scrittore di successo. Vittoria al Campiello nel 2006, presenza stabile ai vertici delle classifiche dei best seller, traduzione dei suoi romanzi in tutti i principali Paesi europei e, tra poco, anche in Israele. «L´ultimo inverno» conferma il registro espressivo e, in buona misura, anche i temi che hanno conquistato un pubblico di lettori vasto ed affezionato. Forse qui con un di più di pessimismo rispetto alle tre prove adelphiane. «L´ultimo inverno» racconta di un pianeta ridotto a deserto, flagellato dall´arsura, con un sole implacabile che fa evaporare fiumi, laghi, mari e, a poco a poco, estingue la vita. Quando la pioggia ritorna, non è per salvare, ma per compiere l´opera di distruzione: alla siccità segue un terribile, biblico diluvio, la Terra intera ricoperta dalle acque. «L´estrema speranza, l´ultima possibilità di salvezza - dice Niffoi - è affidata, da un Dio lontano, ma ancora capace di qualche compassione per le sue creature, alle donne. A cinque donne, scelte da un colombo messaggero. Tra loro la protagonista del romanzo, Filò Siddori, una prostituta». E´ un´altra delle donne «maghe» di Niffoi, depositarie d´una saggezza oscura, enigmatica, l´unica ancora spendibile in un universo che s´è votato al disastro. Vive, Filò, a Pirocha, nell´isola di Degnasàr, la Sardegna, la Barbagia aspra d´umori espressionistici cui Niffoi ci ha abituati. Filò e le sue compagne attraversano l´inferno, in uno scenario dantesco. Trovano rifugio tra le mura diroccate di un monastero cistercense divenuto poi la tana d´una banda di sanguinari taglia gole e ora abbandonato. Da lì Filò contempla l´abisso. Ma sia lei sia le sue compagne provano a resistere, perché la vita non si spenga.
Sarà davvero l´ultimo inverno dell´umanità? Impossibile rispondere senza svelare il finale del romanzo. «A Filò e alle sue sodali - dice Niffoi - viene affidata una responsabilità immensa: dalle loro azioni, dalla loro volontà dipenderà la sopravvivenza o meno dell´intero genere umano. Alla fine Filò sceglierà di compiere un gesto estremo, che è un gesto di rivolta, di ribellione al mondo così com´è, all´ordine dato, e ingiusto, delle cose. Forse l´unico gesto ormai possibile».

Costantino Cossu

Il libro  
Salvatore Niffoi

L´ultimo inverno


Nuoro, Il Maestrale
2007, pp. 208, Narrativa
Euro 15,00
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