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Lune di stagno (Giulio Angioni)

Rassegna stampa | Sito ufficiale Giulio Angioni | Lun, 31 Marzo 2008
E´ un volumetto agile ed economico nella cui copertina figura un disegno di Rinaldo Crespi con dei pesci che nuotano a pelo d´acqua e a maggiori profondità. Al suo interno dieci racconti brevi addirittura brevissimi di Giulio Angioni che torna alle short stories dopo tre romanzi che l´hanno consacrato in campo nazionale.
Il titolo di questo libro Lune di stagno è abbastanza esplicito fa riferimento a un tema che collega le diverse vicende, cioè quello della Sardegna costiera oppure bagnata da altre acque. Quanto alla sigla editoriale, si prefigge di vantare altri tascabili dal carattere letterario o paraletterario.
Chi conosce la produzione narrativa di Angioni, in questi dieci racconti trova motivi e personaggi che appartengono al suo microcosmo proposti da angolazioni molteplici. Ci sono monologhi, racconti a tutto tondo, descrizioni dal taglio giornalistico, descrizioni minime legate al vissuto dell´autore. Ma non per questo Angioni si è concesso una vacanza: l´impegno formale non viene mai meno, assieme a quella tensione ideale che è un contrassegno del suo lavoro di scrittore.
Le storie raccontate sono riferibili a un mondo preciso, ma l´autore (ha ribadito in una recente intervista televisiva) si è prefisso di allargare il discorso anche a chi nella nostra isola non ha mai messo piede. In altri termini anche il lettore continentale trova in queste pagine riflessioni e situazioni che in qualche misura lo toccano.
In particolare la dialettica tra vecchio e nuovo, tradizione e modernità, civiltà contadina e dei consumi costituisce uno dei fiumi sotterranei che attraversa le dieci vicende narrate. Ovviamente l´autore non dà soluzioni esplicite a riguardo. Presenta in forma aperta contrasti tuttora in atto i cui costi ricadono sui più deboli.
Ma l´impegno di Angioni si manifesta anche sul piano della lingua, che è orchestrata intrecciando l´italiano e il sardo con esiti espressivi convincenti. Da quando ha iniziato a scrivere testi letterari, quest´autore si è sforato di rendere il mondo in cui parla anche sul piano linguistico, ricorrendo a uno stile vicino alla comunicazione orale (non a caso il primo dei racconti di questa raccolta Il mare è un monologo che sembrerebbe scritto per il palcoscenico).
Col teatro Angioni ha preso confidenza qualche hanno fa con la stesura di un atto unico intitolato La visita recentemente stampato nella versione economica Condaghes che nasce da un racconto incluso nel suo primo libro di narrativa. Queste trasposizioni di storie da un´opera all´altra non sono nuove per chi conosce da vicino la produzione di Angioni. Dalle due raccolte di racconti A fogu aintru e Sardonica diversi materiali sono passati nei romanzi successivi in particolare nell´ultimo che è Un´ignota compagnia.
A questo punto bisogna ricordar che l´autore di cui stiamo parlando è un antropologo che insegna all´università di Cagliari. Come tutti gli scrittori che svolgono un altre professione anche lui trasferisce nelle sue pagine conoscenze ed esperienze acquisite dal vivo. In particolare risultano attendibilissime la cose che scrive (sia pure rese in un linguaggio metaforico) sulla vita e le consuetudini di una zona come la Trexenta della quale lui è originario, essendo nato a Guasila nel 1939.
Angioni è anche un attento osservatore dell´economia, della mentalità individuale e collettiva, dei riti e dei miti della nostre isola come dimostra il racconto Sartiglia ma anche gli altri inclusi in questo volumetto destinato a circolare in campo nazionale, pur essendo stampato da una piccola casa editrice sarda.

(recensione di Giovanni Mameli)


Il libro  
Giulio Angioni

Lune di stagno


Cagliari, Demos editrice
1993, pp. 96, Narrativa
Euro 5,16
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