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Il Maestrale del creolo

Press review | Il Giornale di Sardegna | Fri, 24 June 2005
Un uomo senza età corre per i boschi, inseguito da un molosso feroce che non lascia scampo. L´uomo è uno schiavo, e il cane è lo strumento letale del Padrone, che lo segue nella corsa, certo di riportare indietro a brandelli il vecchio negro che ha osato scappare. Eppure il libro di Patrick Chamoiseau non è solo una storia di schiavitù, che, sola, non ci appassionerebbe. E´ anche e soprattutto un formidabile mezzo per scoprire la cultura martinicana e la creolità, una cultura intessuta di rituali, indelebilmente intrecciata alla esperienza storica della tratta degli schiavi (abolita in Martinica solo nel 1848), che in questo romanzo ci mostra soprattutto la potenza della lingua. Ne Il vecchio schiavo e il molosso (Ed.Il Maestrale, 10 €) Chamoiseau e come lui la brava traduttrice Paola Ghiselli rispettivamente plasmano e padroneggiano con straordinaria vividezza le espressioni in francese martinicano, in quello che è un viaggio sulle montagne russe della lingua per il lettore italiano. Il racconto realistico ed insieme onirico dello schiavo preda dell´improvviso impulso quasi sciamanico ad andare e dell´epico inseguimento che ne consegue costituiscono tuttavia solo la traccia della storia. C´è anche una inedita dimensione psicologica e interiore dei personaggi, componenti di un cerchio di esistenze che nello spazio di una fuga si rivelano nella loro completezza. Il vecchio schiavo negro, da essere quasi primitivo, impassibile nella sua non-età, improvvisamente abbandona le distese di canna da zucchero per lanciarsi in una boscaglia che è umida, lussureggiante, vischiosa: non sembra essere mosso da un anelito alla libertà, quanto da un doloroso impulso interiore che trasformerà la fuga in una nuova consapevolezza di sé. Da grumo di materia a essere umano guerriero, quand´anche la battaglia appaia disperata in partenza. Il molosso, simbolo forte nelle Antille francesi perché in effetti questi cani venivano utilizzati per sorvegliare le piantagioni, è uno spaventoso mostro urlante che ha in sé caratteristiche dello schiavo e del Padrone, che compie anche lui un viaggio interiore attraverso l´inseguimento.
Il libro di Chamoiseau riprende il mito letterario caraibico dello schiavo marron (fuggitivo) che fonda un nuovo mondo nella foresta e rivendica orgogliosamente il sistema di valori della negritudine in opposizione a quello dei bianchi, e lo mostra da un punto di vista diverso rispetto alle storie tradizionali: riesce infatti sin dalle prime pagine a mostrare l´orrore secolare della schiavitù attraverso la vita quotidiana nelle piantagioni. Non è certamente un libro facile, anzi nella sua densità di scrittura e di vocaboli va attentamente seguito, per cogliere le sfumature e la bellezza di certe parole evocative: e non sempre è oggettivamente possibile. Bisogna quindi letteralmente lasciarsi andare a questa sorta di flusso di coscienza apprezzando la grande capacità di manipolazione delle parole, con frasi che sono quadri, alcune parole che sono suoni, in una esperienza di mescolanza dei sensi che prescinde dalla storia e che raramente è capitato di provare.

(Francesca Madrigali)

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