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La Sardegna nei piani degli Alleati dal ´40 al ´43

Rassegna stampa | La Nuova Sardegna | Gio, 15 Maggio 2008
È stato presentato ieri nella sala conferenze dell´Exmà «La Sardegna nella strategia mediterranea degli Alleati durante la seconda guerra mondiale e i piani di conquista (1940-1943)» di Mariarosa Cardia, edito dalla Cuec. Il volume documenta per la prima volta i piani di conquista dell´isola da parte degli Alleati. La vicenda si colloca nella più ampia questione dell´apertura del secondo fronte in Europa, problema strategico cruciale dellultimo conflitto. I 243 documenti provenienti dai National Archives del Regno Unito (Kew) e degli Stati Uniti (College Park) sono preceduti da unintroduzione storica e da una nota archivistica e corredati da un inserto iconografico con 45 immagini. L´iniziativa è inserita nel quadro del progetto La Memoria Ritrovata volto a costruire un archivio della memoria storica che rappresenti un punto di riferimento non solo per gli studiosi ma per tutta la comunità, collana a cura del dipartimento storico politico internazionale delletà moderna e contemporanea e di quello di studi storici, geografici e artistici delluniversità di Cagliari. I curatori scientifici sono Mariarosa Cardia e Luciano Marrocu.
Come scrive la Cardia nell´introduzione, di uno sbarco in Sardegna si interessa per primo il governo britannico attorno al 1941. «Si riteneva che la Sardegna potesse costituire un´eccellente base per offensive contro l´Italia - scrive la studiosa -, per un maggior controllo sulle comunicazioni marittime nel Mediterraneo occidentale e per stringere il blocco, consentendo di intercettare il commercio italiano con Barcellona e Valencia, nonché di minacciare la navigazione lungo la costa occidentale italiana. Questo avrebbe richiesto l´uso di diversi aeroporti, di difese antiaeree, di unità amministrative dellesercito e di un contingente di terra in grado di proteggere lisola dai contrattacchi italiani. Il piano prevedeva perciò due fasi, la conquista dell´isola e la sua utilizzazione come base per le operazioni di attacco, da definirsi in seguito. (...) Sebbene solo le strutture portuali di Cagliari consentissero lo sbarco rapido di sufficienti mezzi di trasporto, si pensava che un assalto diretto alla chiave della Sardegna non avrebbe avuto successo. Lo sbarco iniziale sarebbe dovuto avvenire in una spiaggia aperta il più vicino possibile a Cagliari, individuata in Porto Scuso, con la baia di Palmas come alternativa». L´ipotesi fu accantonata sino al 1943, quando gli Alleati riconsiderarono la Sardegna per un primo sbarco ma scelsero invece la Sicilia per ragioni politiche e poi Salerno.


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